A San Siro, per una partita brutta e noiosa, scendono in campo Inter e Catania. I siciliani sono abbastanza impalpabili in avanti, e i nerazzurri sono compatti e concentrati, ma carenti ancora per quanto riguarda la condizione fisica (in particolare nei due centrocampisti centrali, Dacourt e il tenente Kojak). Il risultato è appunto un match senza frizzi e lazzi, e abbastanza spento, sia come gioco, che come intensità. Fortunatamente l'Imperatore Adriano decide di animare la festa, e dà vita a una serie di divertentissimi sketch in cui cade, scivola, inciampa su se stesso, per la gioia e il divertimento di tutti i bambini ciccioni del mondo.
Il tempo di alcune simpatiche risate, ed ecco che il brasiliano, con la collaborazione di Maicon, confeziona forse la scenetta più gustosa della giornata: il terzino cerca la sponda, il brasiliano finge di inciampare scatenando l'allegria generale, e mentre i difensori del Catania si stanno sbellicando, Maicon serve Crespo che insacca di sinistro.
Di fatto il Catania, vivo e lucido nei primi dieci minuti in cui impegna un paio di volte un attento Julio Cesar, si spegne qui.
L'Inter in compenso soffre molto la scarsa vena e condizione fisica della coppia di pelati di centrocampo, e cerca di andare avanti soprattutto grazie alle intuizioni individuali: le sgroppate sulla fascia di Cesar e Maicon, e i lampi di classe intermittenti di Figo. Ma di gioco neanche a parlarne.
Su tutti però si nota molto Adriano, che fa grande movimento, si propone con continuità, e scatena spesso e volentieri l'ilarità generale con dei buffi sketch in cui imita alla perfezione la goffaggine di Benny Hill.
Mancini decide poi di fare dei cambi per mettere al sicuro il risultato: fuori Crespo (che a parte il gol non ha praticamente mai partecipato alla manovra, nonostante Adriano gli avesse chiesto di fare la parte del nonnetto erotomane che accompagna sempre Benny Hill), dentro Ibrahimovic, che lima subito la sua intesa con l'Imperatore imbastendo pure lui una partita fatta di svarioni, gag esilaranti, e scivoloni irresistibili, e dando vita a un duo comico che non si vedeva dai tempi di Stanlio e Ollio.
In seguito il tecnico marchigiano sostituisce Stankovic per un Figo in debito d'ossigeno, che però la prende bene, e si limita a uscire dal campo con la faccia scura, prendendo a calci un cartellone, senza però fare vittime tra il pubblico; e finalmente pure l'inguardabile Dacourt, sostituito con Zanetti, più adatto e grintoso per chiudere la saracinesca.
C'è pure il tempo di raddoppiare: in una breve parentesi seria di Ibrahimovic, il pregiudicato svedese apre per Cesar, migliore in campo, che in contropiede infila il portiere catanese per il due a zero perentorio.
La partita non ha più niente da dire, e pure Julio Cesar si unisce all'ilarità generale imbastendo uno sketch in cui pure lui finge di inciamparsi sul pallone. Ma il risultato non è in discussione, e in fin dei conti a volte pure fare ridere i bambini è una bella cosa.
Julio Cesar: 5.5
Nella sua partita ha i tre elementi principali per conquistare una donna: sicurezza, decisione, e una bella cappella.
Maicon: 6.5
Un primo tempo ottimo, in cui spinge con frequenza e intensità. Nel secondo in compenso scende in campo in infradito.
Cordoba: 7
Ammutolisce Spinesi, che già di suo non è che avesse granché da dire.
Burdisso: 6.5
Non sbaglia praticamente nulla. Ma giocare contro nessuno forse gli ha reso il compito particolarmente facile.
Maxwell: 6
Il tecnico del Messina Atzori gli mette addosso Mascara. Il suo sguardo ne viene valorizzato.
Figo: 6.5
La Teresa Orlowski del calcio: il fisico ha ceduto da tempo, l'età è impietosa, ma quando accarezza le palle è sempre godimento.
Stankovic: 6
Entra per rivitalizzare il centrocampo, e si fa vedere anche per alcune aperture illuminanti e degli inserimenti intelligenti.
Dacourt: 5
Il Vampeta degli eterosessuali.
J. Zanetti: 6
Dieci minuti di cuore e polmoni.
Cambiasso: 5.5
Sansone applicato al centrocampo: da quando s'è sbarazzato pure degli ultimi ciuffi di capelli, non pare più lui.
Cesar: 7
Dolce Remì nerazzurro: un trovatello disprezzato da tutti, che trova finalmente casa e famiglia.
Crespo: 6.5
Un cannone di roba buona: solo due tiri, ma la festa è comunque assicurata.
Ibrahimovic: 6.5
Cerca di scimmiottare la partita di Adriano, tra capitomboli, gol mangiati, e goffaggine, ma alla fine il passaggio illuminante per Cesar è decisivo.
Adriano: 5.5
Nessuno mette in dubbio la sua buona volontà e l'impegno, e che la sfortuna c'abbia messo del suo. Ma non gioca a calcio: gioca ad uno strano ibrido tra il rugby e il calcio saponato.
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2 commenti:
applausi
per cosa?
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