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Comunque, nonostante la grande prestazione degli interisti, le scelte di Mazzarri non convincono, soprattutto quella di lasciare in panchina il migliore attaccante doriano: Roberto Mancini.
La partita de facto dura solo una ventina di minuti, in cui i blucerchiati sembrano tenere bene il campo, l'Inter in affanno, e il pregiudicato si diverte a mostrare numeri da brocco. Ma pare essere tutta una finta, e con la spocchia di un quindicenne che impenna in Booster fuori dall'oratorio, al ventitreesimo, su passaggio del divino Figo e velo di Crespo, Ibrahimovic si trova solo di fronte a Mirante, che può solo mirare l'incrociata di sinistro dell'attaccante nerazzurro.
La Samp accusa il colpo, e presa sicurezza dal gol, l'Inter inizia ad imbastire pure un certo gioco, forse non arioso e bello da vedere come quello romanista, ma di sicuro meno burino.
Zanetti, schierato terzino destro per l'estradizione per crimini contro l'umanità di Maicon, è a tratti inarrestabile; il divino Figo è in una di quelle belle serate in cui il tempo per lui non pare mai essere passato; Samuel è un gigante; e la coppia di pelati di centrocampo, Dacourt e Cambiasso, dirige le operazione con sicurezza e determinazione. Ma su tutti svetta il pregiudicato svedese.
All'inizio della ripresa infatti, dopo aver mostrato già altre pregevoli giocate, Ibrahimovic si inventa un gol che è un concentrato di tutto il suo calcio: tecnica, forza fisica, potenza, velocità di esecuzione, e una faccia da culo terrificante: è il due a zero, e la partita cala il sipario.
C'è giusto il tempo per vedere il tre a zero del divino Figo, liberato da un passaggio di Crespo, e la partita assume i contorni di un'amichevole, con Mazzarri che concede una ventina di minuti a Cassano, e Mancini che invece azzarda la mossa di Pelé, indimenticato campione ritiratosi però dal calcio da tempo.
Ma non c'è più alcuna emozione particolare, solo accademia. Tre punti, primo posto conquistato, e ora la resa dei conti con la Roma.
Julio Cesar: senza voto
Gli attaccanti blucerchiati lo impensieriscono così poco, che volendo potrebbe pure togliersi i guantoni per scaccolarsi.
Javier Zanetti: 7.5
Ara la fascia destra travolgendo tutto quello che incontra.
Samuel: 7
Sicuro come il sesso con una donna in menopausa, ma decisamente più appaggante.
Cordoba: 6
Un quindicenne infoiato ad una festa in cui tutti si divertono: la cappella vuole cercare di piazzarla comunque. Per stavolta va comunque in bianco.
Maxwell: 6.5
Brasiliano, bravo nel dribbling, tecnico, offensivo, ma incerto e svagato in difesa. Se non fosse un terzino sinistro sarebbe davvero un rischio metterlo terzino sinistro.
Figo: 7.5
Potrebbe essere più bello da vedere giusto se avesse le tette.
Pelé: senza voto
Per avere quasi settant'anni li porta bene.
Dacourt: 6.5
Dirige con tale facilità il centrocampo, che potrebbe nel mentre della partita, girare lo spot dei Ringo Boys con Cambiasso.
Cambiasso: 7
Fa sembrare le comparse di 300 delle fighette senza nerbo.
Cesar: 6
La Monica Lewinsky del calcio: arrivato come stagista ha dovuto inghiottire bocconi amari, ma alla fine ha ottenuto il suo posto al sole.
Crespo: 6
Fa il minimo indispensabile, ma questo minimo è il velo per il primo gol del pregiudicato e l'assist per Figo.
Suazo: senza voto
Arriva quando la festa è già finita.
Ibrahimovic: 8
Lungo, grosso, inarrestabile: Rocco Siffredi è tornato, e gioca a calcio.
Adriano: senza voto
Gli mancano solo le mani sporche di Nutella per sembrare definitivamente l'amico ciccione che viene invitato alle feste solo perché impari ad integrarsi con gli altri.
1 commento:
non riesco a smettere di ridere per la pagella di Figo
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