Quando il calcio diventa leggenda....
Renato Villa, classe 1958, approda a Bologna nell'ottobre del 1986, prelevato dall'Orceana, grazie ad un’intuizione del funambolico presidente Gino Corioni.
L'aspetto fisico non è dei più promettenti: non molto alto, tarchiato, gambe storte, si sta avvicinando alla fine di una carriera spesa tra i dilettanti e qualche comparsata in C.
Villa viene accolto tra lo scetticismo generale, anche perchè la squadra stenta e i tifosi si aspettano ben altri rinforzi.
In breve tempo però, grazie ad una grinta fuori dal comune, alla sua abnegazione e ad una serie di prove difensive eccezionali, riesce a conquistare l'intera città di Bologna, che gli affibbia il soprannome di "Mitico".
L'aspetto fisico non è dei più promettenti: non molto alto, tarchiato, gambe storte, si sta avvicinando alla fine di una carriera spesa tra i dilettanti e qualche comparsata in C.
Villa viene accolto tra lo scetticismo generale, anche perchè la squadra stenta e i tifosi si aspettano ben altri rinforzi.
In breve tempo però, grazie ad una grinta fuori dal comune, alla sua abnegazione e ad una serie di prove difensive eccezionali, riesce a conquistare l'intera città di Bologna, che gli affibbia il soprannome di "Mitico".
Quel Bologna si salva a stento dalla retrocessione in serie C (grazie alle grigliate di pesce del tecnico G.B. Fabbri, subentrato a Guerini), e l'anno successivo Corioni travasa l'ossatura dell'altra squadra di cui è proprietario, l'Ospitaletto, neopromossa in C1: Cusin, Monza, De Marchi, Strada, Gilardi, Bonfadini e naturalmente il tecnico, Gigione Maifredi.
I tifosi si lamentano, la campagna acquisti non è stata certo scoppiettante, ma dopo una sconfitta a Lecce, il Bologna inanella una vittoria dopo l'altra, e Villa, che gode dell'incontrastata fiducia di Maifredi, diventa un pilastro della difesa rossoblu.
I suoi recuperi in takle scivolato diventano leggenda. É la sua consacrazione.
Da allora sarà sempre e per tutti il Mitico Villa.
L'apice lo raggiunge in una gara con la Triestina, gara in cui il Bologna si presenta senza attaccanti.
Maifredi si presenta con un sorrisone a 42 denti alla stampa, affermando: "Non c'è problema, davanti gioca Villa".
Il Mitico entra in campo con il numero 9 (quando ancora i numeri di maglia avevano senso) e riesce persino a segnare: un trionfo.
Il Mitico Villa approda in serie A assieme al Bologna, ne diviene titolare inamovibile, più avanti capitano e si toglie pure la soddisfazione di disputare la coppa UEFA.
Come non adorarlo?
Il Mitico è rimasto a vivere a Bologna e ha aperto un camp estivo di scuola calcio, chiamato, pensate un po', Camp Mitico Villa.
Prossimamente: l'influenza della mitologia in ogni campo, dal Mitico Villa alla Venere Bianca. A cura di PopArtDejaVu.
4 commenti:
Grande Mitico Villa!
Ma interventi come questo fanno capire quanto tu sia vecchio.
beh, ma io SONO vecchio!
Sì ma che schifo: finiremo mica a parlare davvero di calcio, qui? Vi ricordo che io ho firmato solo a patto che si parlasse male della Jubentus.
Incomincia a scrivere qualcosa, mostraci la via dell'antigobbismo.
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