C'era una volta una Nazione che nei momenti topici si compattava, superando antipatie personali e di branco verso giocatori, allenatori e dirigenti di società sportive nemiche.
Cosa hanno partorito nove mesi di illazioni, improvvisati (e improvvidi) call-center Telecom-ici, processi sommari a furor di popo(lino)? Solo malcontento e astio tra chi, al di là della gara domenicale - tutt'al più del mercoledì di coppe - non si sognerebbe nemmeno di scagliarsi con inaudita violenza verbale contro gli avversari di sempre.
Chi ne fa le spese? L'intero movimento, è ovvio.
Sempre meno spettatori allo stadio e davanti la tivvù, l'aggregazione vista dai media influenti come l'insieme di cagnacci rognosi e solamente distruttiva, non più come un momento di comune gioia/sofferenza per le sorti della squadra del cuore.
Niente più amabili e ingenui sfottò tra sostenitori, sembra quasi che ogni gara sia sinonimo di guerriglia.
Persino a "Forum" si permettono di etichettare i tifosi come manovalanza dedita esclusivamente alla distruzione del prossimo, come se nella vita di tutti i giorni chiunque non pensasse altro che a picchiare, almeno moralmente, l'avversario di turno. Come se tutti fossimo adepti della violenza in tutte le sue sfaccettature (tanto sempre in ospedale conducono).
Il calcio è allegria per le giocate da funambolo, piacere godereccio per le estrose trovate di tecnici e pedatori che sul campo si sfidano, ma poi vince il migliore o il più fortunello.
Rivoglio quel calcio, in cui la Nazionale è l'espressione più alta dello stare tutti dalla stessa parte, e chi rema contro peste lo colga.
Cosa hanno partorito nove mesi di illazioni, improvvisati (e improvvidi) call-center Telecom-ici, processi sommari a furor di popo(lino)? Solo malcontento e astio tra chi, al di là della gara domenicale - tutt'al più del mercoledì di coppe - non si sognerebbe nemmeno di scagliarsi con inaudita violenza verbale contro gli avversari di sempre.
Chi ne fa le spese? L'intero movimento, è ovvio.
Sempre meno spettatori allo stadio e davanti la tivvù, l'aggregazione vista dai media influenti come l'insieme di cagnacci rognosi e solamente distruttiva, non più come un momento di comune gioia/sofferenza per le sorti della squadra del cuore.
Niente più amabili e ingenui sfottò tra sostenitori, sembra quasi che ogni gara sia sinonimo di guerriglia.
Persino a "Forum" si permettono di etichettare i tifosi come manovalanza dedita esclusivamente alla distruzione del prossimo, come se nella vita di tutti i giorni chiunque non pensasse altro che a picchiare, almeno moralmente, l'avversario di turno. Come se tutti fossimo adepti della violenza in tutte le sue sfaccettature (tanto sempre in ospedale conducono).
Il calcio è allegria per le giocate da funambolo, piacere godereccio per le estrose trovate di tecnici e pedatori che sul campo si sfidano, ma poi vince il migliore o il più fortunello.
Rivoglio quel calcio, in cui la Nazionale è l'espressione più alta dello stare tutti dalla stessa parte, e chi rema contro peste lo colga.
4 commenti:
Beh, personalmente e in tutta sincerità, specie per quel "alla fine tutto è servito soltanto a creare malcontento", mi sembra proprio un'analisi del cazzo. A dire il vero io, interista, e molti altri tifosi di altre squadre, il malcontento ce l'avevamo anche prima. Il nostro vale forse meno? O forse, come diceva Moggi a Ciccio Bastardo dopo il famoso rigore di Iuliano, "dovremmo stare zitti"?
Sarà un'analisi del cazzo, ma almeno è veritiera.
Siete voi che siete interisti... :P
se togliete la Juve di mezzo, finalmente riavremo il calcio...ok scherzo.
Punite i colpevoli senza pietà, e basta.
@Draka:
faremo quanto è in nostro potere.
:lol:
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